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Essenziale, acre, implacabile, mai disposto alla battuta facile: il furore comico surreale di Albanese va diritto al cuore del nuovo miracolo industriale, fondato sul superlavoro, ma anche al cuore della società che si vorrebbe postindustriale, e genera forme mostruose di lavoro. I personaggi di Albanese sfilano come marionette ossessive, non prive di grazia, tra presse lamiere computer e registratori di cassa, condannate al lavoro a vita o comandate a vagare in auto nelle notti punteggiate di insegne di fabbrichette.